La Giuria, composta dalla prof.ssa Alba Galardi, con funzione di Presidente, dalla docente Anna Maria Nucci, segretaria votante, dalla prof.ssa Silvia Bonafiglia, dalla prof.ssa Giuliana Pannunzio ,dalla prof.ssa Antonietta Pontone , dalla prof.ssa Anna Cardines. Assiste senza diritto di voto la presidente del Circolo san Nicandro prof.ssa Vincenzina Scarabeo, organizzatrice del concorso, ha espresso le seguenti valutazioni per le opere vincitrici del Concorso Nazionale Circolo San Nicandro “L’uomo custode della natura: speranza di vita e culla di mistero” VI Edizione 2018:
Sezione A – Racconto breve Adulti
1° Classificato Dante Iagrossi da Caiazzo (CE) con il racconto ”I pilastri del cielo”
Motivazione della Giuria: In una struttura narrativa circolare percorsa da una forte tensione emotiva, la logica del potere e degli interessi economici aleggia minacciosa a lacerare sogni e speranze di un uomo, paladino del misterioso incanto della vita nella natura. Nell’ impari lotta fra bene e male, ragione e sentimento, risuona l’eco della lotta aspra e cupa. Tra colpi di proiettili e fragore di alberi abbattuti, cade la vita di un uomo, custode della natura, cadono i maestosi pilastri del cielo, cade il cielo stesso. Ma l’inno della vittoria cede al pianto della sconfitta “.
2° Classificato Alberto Bile da Napoli con il racconto “Avere cielo”
Motivazione della Giuria: In un linguaggio realistico ed espressivo, colorato da genuine espressioni familiari, il ritorno alla terra sopravanza speranze di successo in terre lontane e riallaccia una continuità di vita e di affetti custoditi in fondo al cuore. Una scelta di vita, che si nutre di libertà, di lavoro e di rispetto, ritrova nei volti umani , intagliati nel legno di ulivi antichi, il volto vero dell’uomo in armonia con la natura.
3° Classificato Gherardo Pozzi da San Donato M.se con il racconto “La vita del tempo nel folto del bosco”
Motivazione della Giuria: In una cornice narrativa dipinta con i colori del bosco, suggestive immagini pittoriche traducono in un gioco di luci e di colori l’incanto misterioso della natura non contaminata da logiche umane. Tra folti boschi di castagni animati dalla voce del vento e da profumi che salgono dalla terra, l’ansia di un sentimento vero che si nutre di schiettezza e semplicità si scioglie in un fluido di emozioni, mentre si assapora la vita del tempo che scorre nel mistero del creato.
Sezione B- Poesia-Adulti
1° Classificato
Di Ruocco Vittorio da Pontecagnano Faiano (SA) con la poesia “Alla regina della vita”
Motivazione della Giuria: Nel simbolismo di fondo che percorre l’intera lirica, l’armoniosa bellezza del creato e l’eterno spirito della natura riflettono il volto e il sorriso della “Regina della vita”, figlia del dolore e madre dell’ amore. Nei suoi “occhi di bosco” svaniscono dubbi e paure e appare la verità, il suo sguardo luminoso placa le onde impetuose dell’animo, dipana le nebbie e riscalda il cuore. Dinanzi a lei la morte non cede alle tenebre, ma apre all’eternità, oltre il tramonto e oltre la vita.
2° Classificato
Palermo Francesco da Torchiarolo (BR) con la poesia “Patriarchi di memoria”
Motivazione della Giuria: Lungo le vie del tempo e dello spazio, cavi tronchi di ulivo, patriarchi di antica memoria, raccontano con la voce del vento deliri umani, cuori di pietra, vite spezzate e terre dilaniate. E mentre il vento echeggia dolori confusi e asciuga le lacrime amare che scorrono su guance rugose, nel respiro del cielo speranze mai sopite si levano a inondare di luce il cammino della vita e della storia, fari luminosi per un futuro radioso di bene e di amore.
3° Classificato
Burgio Giuseppe da Ragusa (RG) con la poesia “Fratello”
Motivazione della Giuria : Il percorso della lirica si snoda in un dialogo pacato e commosso che rompe il freddo silenzio della solitudine e addita nell’amore la via della salvezza. Al grido accorato di aiuto “Fratello”, incipit anaforico di tutte le strofe, fa eco una voce di conforto, una mano si tende, un sorriso gioioso si apre all’uomo, al mondo, a Dio. Negli spazi infiniti di un giorno di sole due mani si cercano, si sfiorano, si stringono: “Fratello”.